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lunedì 29 giugno 2015
MILANO C5, MISTER SAU NON FA PROCLAMI, PERO’…

Il Milano Calcio a 5, dopo i quattro botti di inizio mercato con Cristian Battaia, Silveira, Menini e l’ultimo aggregato Alan Patrik De Oliveira (ex Cagliari), torna a lavorare sul calcio a 5 mercato per continuare a programmare e lavorare sulla costruzione della nuova rosa 2015/2016 che affronterà l’ennesima stagione in serie A2. E in questo frangente di stand-by abbiamo deciso di intervistare il tecnico biancorosso, Daniele Sau, per cercare di capire meglio quali saranno i presupposti per affrontare al meglio il campionato. Presupposti incrinati dal fatto che, da settembre, la bombonera Fossati di Milano non sarà agibile per i lavori di ristrutturazione. Quindi l’armata biancorossa dovrà necessariamente cercare una nuova casa per giocare le gare interne. A parte questo problema non da poco, ma risolvibile, sentiamo Mister Sau cosa ha da dirci.
Mister Sau possiamo dire che il Milano Calcio a 5 è all’inizio di un nuovo ciclo dopo i primi colpi di mercato con Silveira, Menini e De Oliveira oltre al rientro di Battaia?
Possiamo dire che, dopo una giusta programmazione, quest’anno siamo stati in grado di dialogare con giocatori di grande spessore e credo che dopo qualche anno di serie A2, disputata con un profilo basso ma mantenendo sempre tutti gli impegni con i giocatori, raccogliamo quanto seminato. Lo conferma il fatto che i giocatori che vestiranno la nostra maglia hanno deciso di sposare il nostro progetto e anche la nostra filosofia, che è quella del passo proporzionato alla gamba.
Oltre ai tre brasiliani c’è anche il ritorno di Cristian Battaia. Come mai questa scelta?
Silveira, Menini sono due giocatori che hanno fatto tutto in Italia: dalla finale scudetto alla vittoria della classifica dei cannonieri, passando per una vittoria nella serie A2, oltre a tantissime presenze in A1. Da loro, quindi, mi aspetto che ci possano far crescere dal punto di vista della personalità e della consapevolezza dei nostri mezzi. Sono giocatori abituati a vincere e a noi questa mentalità a certi livelli manca, ma sono sicuro che loro ci aiuteranno ad acquisirla. Per Alan De Oliveira mi aspetto molto visto i suoi trascorsi e le grandi capacità che ha ed ha evidenziato quando ci siamo affrontati in campionato. Per Cristian Battaia c’è la consapevolezza di avere a che fare con un giocatore che ha fatto bene il primo anno di A2, e che oggi ha grandi motivazioni. E’ un ragazzo serio e può offrirci la possibilità di giocare in maniera un po’ diversa in certi momenti del match perché ha caratteristiche particolari. Come dico sempre a lui, deve essere a posto fisicamente e deve liberarsi di tutti i fantasmi che in passato gli hanno giocato brutti scherzi dal punto di vista mentale.
Ora parliamo anche degli addii. Nei giorni scorsi la conferma che Nocera, Rudy Mendes e Santin, non vestiranno la maglia biancorossa. Cosa ha detto loro?
Ringrazio tutt’e tre, e molto, per l’apporto dato nella passata stagione, per la professionalità dimostrata e per l’impegno. Nella vita a volte si devono fare delle scelte e la società a malincuore ha deciso altre opportunità. Ciò non toglie quello che in futuro, un po’ come è accaduto a Battaia, possano tornare in biancorosso. Per quanto riguarda Luciano Nocera discorso diverso. Conosco Luciano da tantissimi anni e sono sicuro che farà bene nella sua nuova squadra. Su Rudy Mendes forse c’è stato il fatto che ha pagato lo scotto della categoria e di essere stato due anni in Brasile a giocare in situazioni diverse. Infine Gabriel Santin al quale avevo chiesto i gol e lui li ha fatti ma volevo un tipo di giocatore diverso e quindi la scelta è stata dovuta ad una questione tattica. Vi posso assicurare che per questi tre elementi è stata una scelta molto sofferta.
Ritorniamo alla squadra versione 2015/2016. E’ corretto affermare che dopo alcune stagioni in cui l’obiettivo era la salvezza ora si può pensare a qualcosa in più visto gli arrivi?
Sì, direi che è corretto dire che ci si aspetta sicuramente di più. Non ho mai amato fare proclami, ci sono società che ogni anno dichiarano di puntare ai playoff e poi la cosa non accade mai. Direi che pensare ai playoff e alla qualificazione della Coppa Italia sia doveroso, visti gli sforzi che la società sta facendo per allestire una rosa competitiva.
Da cosa è nata la volontà di costruire una rosa più competitiva? Forse dall’ottima passata stagione conclusasi al settimo posto?
Alla base del nostro progetto c’è sempre la passione che questa società, da oltre 20 anni, ha per questo sport. E’ chiaro che alla passione vanno abbinati i presupposti, che spesso e volentieri riguardano anche la parte economica, e quindi l’ingresso in società di nuove persone come Roberto Radaelli e soprattutto Dino Pace ci hanno dato la possibilità di reperire risorse che prima non erano disponibili. A questo va aggiunto il raggiungimento dell’obiettivo della scorsa stagione, e quando ti prefiggi un obiettivo e lo raggiungi sei più stimolato ad andare avanti. Io però non parlo di stagione dei record come può aver fatto qualcun altro, semplicemente dico che gli obiettivi in agenda sono stati raggiunti.
Voglio farle una domanda provocatoria: non sarà difficile per lei tenere unito lo spogliatoio con dei giocatori di grosso calibro come questi? E poi amalgamarli con i confermati?
La gestione dello spogliatoio è l’ultimo dei miei problemi. Quelli che mi conoscono sanno che carattere ho e cosa si deve fare e non fare per andare d’accordo con il sottoscritto. Inoltre io per lavoro seguo progetti e coordino persone, per cui la gestione dei giocatori non mi preoccupa. Forse chi di mestiere fa l’allenatore di calcio a 5 può preoccuparsi di questo, ma io no. Invece sulla questione dell’amalgama con i riconfermati è più complicata. Dovremo far capire subito ai nuovi arrivati il nostro metodo di lavoro, ma il nostro staff è pronto per questo.
Voci di corridoio dicono che la campagna acquisti del Milano non è affatto terminata. Ci può dare qualche anticipazione?
Possiamo ammettere che ci sarà un altro importante innesto che sarà funzionale al mio progetto tattico. Con lui credo che la nuova rosa sarà completa numericamente e qualitativamente.
In tutto questo entusiasmo c’è la nota dolente, il palazzetto. Il Milano non giocherà al Fossati ma dove?
Questa è la nota dolente. Il Fossati a settembre chiuderà per i lavori di ristrutturazione che dureranno un anno intero. Leggo di società che si lamentano per mancanza di collaborazione da parte dell’amministrazione comunale o provinciale, o per la mancanza di contributi da parte delle istituzioni locali. A Milano il Comune e gli assessori non sanno neppure dell’esistenza della nostra società. L’impiantistica privata e pubblica è inesistente per il calcio a 5, e tutto quello che riusciamo a fare lo facciamo con grandi sforzi economici e di tempo. Diciamocelo senza il minimo problema: del calcio a 5 alle istituzioni milanesi non frega niente. Nessuna istituzione si muove per trovare un campo in cui poterci allenare o dove poter giocare la prossima stagione ufficiale. Noi, invece, come Milano Calcio a 5 stiamo vagliando tutte le possibili opportunità e siamo sicuri che troveremo una soluzione adatta anche ai nostri tifosi.

Quando avrà inizio la preparazione atletica? E quando le prime amichevoli del nuovo Milano Calcio a 5?
La stagione per il Milano Calcio a 5 inizierà Lunedì 24 Agosto. Non abbiamo ancora stilato un programma preciso di sedute, ma ci stiamo lavorando. E’ nostra intenzione mantenere eventi importanti come quello organizzato dal Milano come il “Giallonardo”, ma cercheremo partecipare, come avviene ogni anno, ad un’amichevole con l’Asti che è una società amica. Stiamo valutando anche di affrontare delle amichevoli con il Bologna e con la Luparense che sono le squadre di A1 più vicine a noi. Il nostro intento è quello di provare a fare amichevoli di prestigio anche per poter testare il nostro potenziale. In mezzo a questo come sempre cercheremo di non negare qualche amichevole alle squadre lombarde che lo richiederanno.
Infine i mass media e i tifosi vorrebbero sapere quali sono gli obiettivi societari per questa stagione e se è un sogno immaginare a breve termine il Milano in serie A1.
La serie A1 non è nei nostri obiettivi e adesso sarebbe fuori dalla nostra portata, ma in verità neppure la serie A2 lo era un sei, sette anni fa ed invece quella che arriva sarà la quinta stagione di fila in questa categoria. Possiamo dire che è una cosa difficile immaginare Milano in A1, ma sognare non costa nulla e magari un giorno le bandiere biancorosse potrebbero sventolare nella massima serie.

 

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