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sabato 29 luglio 2017
SAU: LA SERIE A1? UN TRAGUARDO ECCEZIONALE

Milano C5 in Serie A1. Un sogno che ora è realtà. Dalla prossima stagione i colori biancorossi faranno parte di un palcoscenico importantissimo non solo in ambito nazionale ma anche internazionale. La città di Milano ha finalmente una società e una squadra che la rappresenta nel futsal con il blasone e i suoi colori. E’ una grande emozione, un traguardo insperato fino a pochi giorni fa. Quasi commuove pensare, in queste ultime stagioni, come il Milano C5 abbia fatto progressi sul e fuori dal campo, mai sopra le righe, sempre tenendo un profilo basso e lontano dai riflettori. E lo sa bene il tecnico del Milano C5, Daniele Sau.

Mister finalmente la bella notizia dell’approdo alla serie A1. Quali sono le sue prime impressioni?

E’ una bella sensazione, per una piccola realtà come la nostra è un traguardo eccezionale, se penso a dove eravamo pochi anni fa quasi stento a crederci.

Lei crede che, a fronte del grande lavoro svolto dalla società e dallo staff tecnico, l’approdo alla massima serie sia meritato?

Il ripescaggio è diverso rispetto ad un approdo sul campo, però quello che abbiamo dimostrato nelle ultime due stagioni è stato importante. Due anni fa siamo usciti nelle Final Eight di Coppa Italia ai calci di rigore mentre nella semifinale playoff con due pareggi. L’ultima stagione siamo arrivati secondi in campionato e abbiamo perso la finale di Coppa Italia in entrambi i casi contro una grande Pesarofano. Poi abbiamo perso la finale dei playoff, ma diciamo che non ci sono dubbi che dopo le squadre che hanno vinto ci siamo stati noi e, quindi, è stato naturale il ripescaggio in serie A1 anche nel momento in cui un’altra società non si è potuta iscrivere. Pensare ad un Milano in Serie A1 è perché se l’è meritato.

Ad oggi la rosa 2017/2018 del Milano C5 può affrontare la serie A1 oppure la società ha qualche colpo di mercato ancora da presentare?

No, assolutamente no. La rosa è stata chiusa da tempo, tutti sanno la nostra politica che è quella del passo adeguato alla gamba. E non è un caso che da vent’anni la nostra società milita nei campionati nazionali.

Quale sarà l’atteggiamento suo, del suo staff e della squadra in ogni gara di campionato? E quali sono gli obiettivi stagionali?

Anche in questo caso posso dire che la nostra politica non cambierà. Siamo arrivati fino a questo punto nonostante siamo una realtà anomala. Tutti noi abbiamo un lavoro, tranne qualche innesto straniero in rosa, fuori dal contesto del calcio a 5. Per noi il calcio a 5 è passione, a cominciare dal sottoscritto, passando dallo staff dirigenziale e tecnico, per poi finire ai giocatori stessi. Aggiungeremo un quarto allenamento serale ai tre che effettuavamo negli scorsi anni e vedremo cosa succederà. Obiettivo stagionale? Se ci salveremo faremo un ennesimo miracolo sportivo, giocheremo contro società che hanno persino il magazziniere o l’autista che fanno di professione “calcio a 5”, cosa che io non concepisco assolutamente poiché uno sport che ha mediamente 150 spettatori a partita è clamoroso che abbia 20-25 professionisti totali in organico.

Passiamo ad un tema parallelo. La città di Milano torna ad avere una società e una squadra di futsal nella massima serie. Una grande emozione abbiamo detto, ma crede che l’amministrazione comunale darà un sostegno al Milano C5 in termini di strutture per gli allenamenti e per le gare ufficiali? Farete qualche richiesta particolare?

Potrebbe essere il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ma non lo farò. Semplicemente mi preme dire che negli ultimi due anni ci siamo allenati in tre palestre diverse e abbiamo disputato le gare ufficiali in una quarta. Noi utilizziamo impianti privati, pagandoli anche cifre importanti, mentre l’assessore allo Sport del comune di Milano non sa neppure che esiste questa disciplina. Quando abbiamo chiesto di utilizzare due sere a settimana una palestra comunale ci è stato proposto un campo all’aperto in erba sintetica poiché a “calcetto” si gioca su quel genere di campo, così ci hanno detto. C’è una società che fa basket femminile e che ha agganci politici in Comune che cannibalizza tutti gli spazi della nostra storica struttura di via Cambini, costringendoci ad allenarci due sere a settimana dalle 21 alle 23. Sarebbe una cosa da denunciare, ma tutto sommato andremo avanti in questo modo, faremo di necessità virtù. A Milano, tranne agli addetti ai lavori, non interessa a nessuno il calcio a 5, ma la cosa importante è che interessi a noi e questa nostra passione continui a divertirci.

Un peccato, davvero. Ma pensiamo al presente, alla serie A1. Ha dei ringraziamenti particolari da fare?

Ho giocato per questa società nel 1998-99 e poi ho cominciato ad allenare la Under 21 nel lontano 2001. Sono in questa società da una vita e ci sono moltissime persone che vorrei ringraziare. Non posso fare alcuni nomi perché sicuramente ne dimenticherei altri che sono stati importanti e per questo motivo vorrei fare un ringraziamento particolare a quattro persone che rappresentano un po’ le diverse epoche che ho vissuto.

Alberto Toniolo e suo papà Giuseppe (purtroppo scomparso), che sono stati i fondatori della società e persone che hanno messo tantissima passione per quella che per loro era una estensione della famiglia. Roberto Vairani che, oltre ad essere un mio carissimo amico, è colui che nel momento in cui la famiglia Toniolo ha deciso di uscire dal mondo del calcio a 5 ha dato un grosso contributo (anche attraverso la Comelt) affinchè la società avesse un futuro. Ugo Colombo che, oltre ad essere colui che nel 1992 mi ha portato come giocatore in questo sport, mi ha sempre sopportato in questi anni ed è sempre stato al mio fianco. Ed ovviamente Dino Pace che è stata una bellissima “novità” nella mia vita, e con cui si è instaurato un grande rapporto di amicizia. E’ grazie a lui che questa società ha fatto il salto di qualità diventando una realtà importante nel panorama del calcio a 5 nazionale.

 

Foto: autore Paolo Cassella – fonte: www.calcioa5live.com

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